BIOGRAPHY
 
"My story is not the story of my life, is the story of my imagination."

Elisa Scascitelli is a creative and visionary Artist in Fine Art and Fairytales Photography.
But she just loves calling herself a Fantastic Worlds Explorer.

She is also Illustrator and Sculptor of scenography props of her photography compositions.
Nature, forests, exploration, mystery, the pursuit of something infinite, the continuous questions
without answer, the “you don’t know” those are sources of inspiration that persistently leak and
become the background to her photographic creations.

Labyrinthine nature of the artist is intertwined with the arcane,
with the dreamlike and mythological symbolism, mixing like color on a painter’s canvas.

 

Elisa Scascitelli è un’artista creativa e visionaria in Fotografia Fine Art e Favole.

Ma ama più semplicemente definirsi un’esploratrice di Mondi Fantastici.

E’ anche illustratrice e scultrice di oggetti scenografici delle sue composizioni fotografiche.

La natura, le foreste, l’esplorazione, il mistero, la ricerca di qualcosa di infinito, le continue domande senza risposta, il “non ti è dato sapere” sono fonti di ispirazione che trapelano insistentemente nelle sue creazioni e divengono background caratterizzante nelle sue opere fotografiche.

L’indole labirintica dell’artista si intreccia con l’arcano, con il simbolismo onirico e mitologico miscelandosi come colore sulla tela di un pittore.

“Il mio interesse si proietta costantemente sull’immaginario, la ricerca e la natura. Il primo pilastro della nostra mente è l’immagine, le mie opere si basano principalmente sull’istintività della mente visiva. Per me essere creatori ed esploratori di se stessi nonché esploratori del mondo naturale, permette di trasformare la realtà che ci circonda. Il pormi delle domande sull’esistenza e l’indagare sul perché delle cose sono una costante a cui non posso sottrarmi.
La natura e l’escursionismo sono parti integranti del mio processo creativo, sono sempre alla ricerca d’ispirazione; conoscere nuovi angoli nei boschi, toccare un vecchio albero, camminare ai piedi di un antico castello, esplorare territori rupestri e percorrerne gli intricati sentieri, scoprire i misteri di un suggestivo labirinto, vecchi ruderi e siti archeologici abbandonati, fantasticando su quei magici luoghi dei tempi remoti, sentirsi un tutt’uno con l’universo, osservando nel contempo come la natura con grazia e mistero riprende possesso di ogni cosa. Nel mio percorso di esplorazione e d’introspezione giocano un ruolo fondamentale l’onirico e il mondo del fantastico, la mitologia e la simbologia arcana.

Miscelare contemporaneamente Fotografia Fine Art, Disegno e costruzione di Oggetti Scenografici mi permette di far emergere pezzi di me che non conosco e creare un interazione tra me e le mie opere, le quali hanno tutte un unico filo conduttore. E’ un processo circolare; attingo dalla realtà, mi lascio ispirare dalla natura, trasformo pensieri, visioni e sensazioni, ciò che trasmuta nella realtà dal mondo dell’immaginario prende una nuova forma. Per questo le escursioni le vivo come vere e proprie avventure, in totale libertà, seguendo l’istinto, sporcandomi, prendendomi il tempo di contemplare e di assorbire, immedesimandomi in personaggi della storia passata, vivendo ogni luogo che esploro come strumento ricettivo. Cerco di assottigliare il confine che c’è tra realtà e fantasia che è sotto gli occhi di tutti, questo può assumere forme e connotazioni differenti per chi è in grado di vederle o percepirle.

Da bambina mi piaceva giocare, immaginando di essere una guerriera o una sacerdotessa, un viandante o un amazzone, una persona di un’epoca sbiadita dal tempo, costruivo tende ricavate da vecchie lenzuola, armi e scettri magici con rami trovati in giardino, creavo pozioni magiche utilizzando terra e fiori, blaterando parole a caso inventavo rituali e incantesimi, inscenavo battaglie e danze druidiche pensando di dominare gli elementi naturali, e lo facevo nel modo con cui solo un bambino può fare, con autenticità e convinzione. Oggi tutto questo continuo a plasmarlo attraverso l’arte, chiudendo gli occhi, vedendo un po’ più in là, spingendomi lungo il confine, alla deriva dell’ignoto. Mantenendo vivo il ricordo dell’ infanzia, conservo e alimento altresì la fiamma delle antiche tradizioni e dei vecchi simboli, riscattando così i tempi passati.

Attraverso la simbologia dell’inconscio evidenzio ciò che è celato alla coscienza umana, valicando la linea del reale e quella dell’immaginario. I personaggi delle mie opere, sospesi tra il reale e il surreale, sono strumenti di risonanza interiori che parlano a chi guarda, e lo fanno mediante il sogno e l’incubo, l’allegoria e la favola.

L’inconscio individuale che caratterizza ogni essere umano diventa quindi un setaccio attraverso il quale noi diamo significato alle immagini archetipiche legate all’inconscio collettivo, come una grande tela invisibile che connette ogni cosa, superando la dimensione lo spazio e il tempo”.

“My interest is constantly projected on the imagination, research and nature.
The first pillar of our mind is the image, my works are mainly based on the instinct of the visual mind.
For me, being creators and explorers of themselves as well as explorers of the natural world, allows us to transform the reality that surrounds us. Asking myself questions about existence and investigating why things, are a constant I cannot escape from. Nature and hiking are integral parts of my creative process, I am always looking for inspiration; discover new corners in the woods, touch an old tree, walk at the foot of an ancient castle, explore rocky territories and follow its intricate paths, discover the mysteries of a suggestive labyrinth, old ruins and abandoned archaeological sites, fantasizing about those magical places of the times remote, feel at one with the universe, while I observ how nature with grace and mystery regain possession of everything. In my path of exploration and introspection, the oniric and the world of the fantastic, mythology and arcane symbolism play a fundamental role.

Mixing Fine Art Photography, Drawing and Construction of Scenographic Objects at the same time allows me to bring out pieces of myself that I don’t know and create an interaction between me and my artworks, which all have a single common thread. It is a circular process; I draw from reality, I let myself be inspired by nature, I transform thoughts, visions and sensations, what transmutes into reality from the world of the imaginary takes a new form. This is why I experience excursions as real adventures, in total freedom, following my instinct, getting dirty, taking the time to contemplate and absorb, identifying myself with characters from past history, experiencing every place I explore as a receptive tool. I try to thin the boundary between reality and fantasy that is there for all to see, this can take on different forms and connotations for those who are able to see or perceive them.

As a child I liked to play, imagining I was a warrior or a priestess, a wanderer or an amazon, a person of an age faded by time, I realized tents made from old sheets, weapons and magic scepters with branches found in the garden, I created potions magical using earth and flowers, babbling at random words I invented rituals and spells, I staged druidic battles and dances thinking I was dominating the natural elements, and I did it in the way only a child can do, with authenticity and conviction. Today I continue to shape all this through art, closing my eyes, seeing a little further, pushing me along the border, adrift of the unknown. By keeping alive the memory of childhood, I also preserve and nourish the flame of ancient traditions and old symbols, thus redeeming past times.

Through the symbology of the unconscious I highlight what is hidden from the human conscience, crossing the line of the real and that of the imaginary.
The characters of my artworks, suspended between the real and the surreal, are instruments of interior resonance that speak to the beholder, and do so through dreams and nightmares, allegory and fable.

The individual unconscious that characterizes every human being therefore becomes a sieve through which we give meaning to archetypal images linked to the collective unconscious, like a large invisible web that connects everything, overcoming the dimension of space and time”.